lunedì 27 maggio 2013

La canzone del lunedì

Oggi è l'ultimo lunedì dell'ultima settimana di scuola... e Roberto ci propone di terminare con un classico della musica italiana: "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, brano che nel 1958 vinse il Festival di Sanremo e che divenne poi una delle canzoni più conosciute al mondo.
La trovate qui sia nella versione italiana che in quella spagnola, interpretata dai Gipsy Kings.
 
 
 
Testo di "Nel blu dipinto di blu"
Penso che un sogno così
non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani
e la faccia di blu,
poi d'improvviso venivo
dal vento rapito,
e incominciavo a volare
nel cielo infinito.

Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu dipinto di blu,
felice di stare lassù,
e volavo volavo
felice più in alto del sole
ed ancora più su,
mentre il mondo
pian piano spariva laggiù,
una musica dolce suonava
soltanto per me.

Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù.

Ma tutti i sogni
nell'alba svaniscon perché,
quando tramonta la luna
li porta con sé,
ma io continuo a sognare
negl'occhi tuoi belli,
che sono blu come un cielo
trapunto di stelle.

Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare quaggiù,
e continuo a volare felice
più in alto del sole
ed ancora più su,
mentre il mondo
pian piano scompare
negl'occhi tuoi blu,
la tua voce è una musica
dolce che suona per me.

Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare qua giù,
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare quaggiù
con te..

mercoledì 22 maggio 2013

"Sotto casa" e altre storie...


Qualche settimana fa, a lezione con Francesca, abbiamo visto un corto intitolato "Sotto casa" (sopra), molto carino e ironico. Dopodiché abbiamo dovuto lavorare a gruppi per inventare delle storie analoghe a quelle del corto. Le storie dovevano essere esagerate, cioè situazioni quotidiane portate fino all’assurdo.

Alla fine i 5 gruppi hanno creato queste storie divertenti:

 
Follia al ristorante (Gonzalo, Miguel e Mayte)
Due fidanzati sono in un ristorante carino, si tratta della solita cena tra innamorati. Tutti e due mangiano un risotto ai frutti di mare e mentre lo mangiano incrociano i loro sguardi. All’improvviso l’uomo comincia a singhiozzare ed una lacrima gli cade. La sua fidanzata se ne accorge e gli domanda.
Lei: “Che c’è, va tutto bene?”
Lui: “Non ci posso credere!!! Ce l’ho fatta!!!!! Finalmante l’ho trovato!!!!!!
Lei: “Ma, cosa ti succede?...cosa hai trovato?”
Lui si alza con la forchetta in mano e comincia a ridere e a gridare dalla gioa. Nessuno capisce cosa gli stia succedendo, nemmeno la sua fidanzata. Alla fine tutti vedono, inforchettato, il motivo per cui l’uomo è così felice: ha trovato un gambero nel suo risotto.
Si sentiva come un cavaliere templario che aveva appena trovato il Santo Graal. Anche la sua fidanzata si è alzata e ha cominciato ad abbracciarlo e baciarlo mentre il resto di clienti applaudivano e fischiavano. Tutto lo sforzo fatto fino ad ora finalmente era stato ricompensato! Si sentivano realizzati, dopo tutte le cene di sabato sera  cercando un gambero nel risotto ai frutti di mare (fatto che poi li costringeva a passare le domeniche seduti sul cesso). Non avevano nemmeno bisogno di vederlo, sarebbe bastata anche solo una piccola traccia del gambero per renderli felici. Ma loro ce l’avevano fatta… l’avevano trovato!
Dopo cena tutti e tre (gambero incluso), escono dal ristorante tra gli applausi della gente. Per loro stava cominciando una nuova vita.
 
Un giorno al mare (Blanca, Patricia e David)
Agosto, sabato mattina a Benidorm. Una ragazza decide di andare in spiaggia alla ricerca di un posto libero dove stendere il suo telo da mare. Dopo qualche minuto di ricerca, finalmente, trova un posto libero accanto a una signora che è sdraiata. La ragazza stende il suo telo e sfortunatamente un po’ di sabbia cade sulla signora che si arrabbia e dice:
Signora: “Ma che fa? Faccia attenzione, mi ha messo tutta la sabbia addosso”.
Ragazza: “Scusi signora, non me ne sono accorta”.
Signora: “Inoltre, dove si vuole mettere? Qui non c’è abbastanza spazio per tutte e due ed io ho bisogno d’aria”.
Ragazza: “Senta signora, la spiaggia è di tutti ed io la penso diversamente da Lei .C’è abbastanza spazio per tutte e due”.
Tutte e due cominciano a litigare e non riescono a mettersi d’accordo. Alla fine un poliziotto ci si avvicina e cerca di mettere un po’ di pace.
Poliziotto: “Signore, cosa succede?”.
Signora: “Questa ragazza è venuta e mi si è praticamante messa addosso. Io le ho chiesto soltanto di cercare un altro posto”.
Ragazza: “Non è vero!! Mi ha risposto malissimo, senza nessuna educazione, e mi ha detto che non vuole nessuno vicino”.
Poliziotto: “Ma signora, io penso che ci sia abbastanza spazio”.
Signora: “Non sono affatto d’accordo con Lei”.
Ragazza: “Lo vede, signor agente… così è impossibile”.
 
Dopo qualche minuto, grazie al poliziotto, tutte e due si calmano un po’, soprattutto quando la signora vede che la ragazza ha con sé una rivista molto conosciuta, che fa mettere d’accordo tutte le donne: “ Hola”.
Signora: “Scusi, ma ho visto che Lei ha “ Hola”.
Ragazza: “Certo che ce l'ho, mi piace molto”.
Signora: “Anche a me piace, la posso sfogliare?”
Ragazza: “Sì, come no”.
Signora: “Mi scusi, penso che sono stata un po’…”
Ragazza: “Non si preoccupi, sono cose che a volte capitano”.
Signora: “Le va di andare a bere qualcosa, mentre questo gentile poliziotto sorveglia le nostre cose?”
Poliziotto: “Ma signore, io non posso rimanere qui mentre voi…
Signora: “Grazie agente, molto gentile. Torniamo subito”.
Poliziotto: “Signore! Ma… io...”
Ragazza: “A dopo... gentilissimo eh!”.
 
Amore in ufficio (Rafael, Susana e Alejandra)
Un uomo mentre sta lavorando in ufficio pensa alla sua amata; le vuole fare una sorpresa.
Uomo: “Come sono innamorato, non vedo l’ora di rivederla stasera. Come potrei sorprenderla? Lo so! Una colazione potrebbe essere una bella idea!”.
L’uomo compone un numero di telefono.
Uomo: “Buongiorno, vorrei una colazione da portare via. Gliela possono portare in ufficio alla mia fidanzata?”
Telecolazione: “Certo signore, non c’è problema. Mi dica l’indirizzo”.
Pochi minuti dopo, nell’ufficio della sua innamorata arriva il servizio di telecolazione.
Telecolazione: “Buongiorno, questo è per Lei”.
Ragazza: “Per me?”.
Telecolazione: “Sì, per Lei”.
Ragazza: “Grazie tante”.
La ragazza si chiede perché il suo innamorato ha avuto questo bel pensiero per lei. E dopo aver fatto colazione continua a lavorare. Ma per lui questo non è abbastanza: decide di spedirle anche un mazzo di fiori va da Mario ( il suo fioraio di confidenza). Mario porta i fiori all’ufficio della ragazza, che molto sorpresa si domanda: “Oddio che belli che sono… ma perché tutti questi regali oggi?”.
Alla fine della giornata tutti e due tornano a casa. Lei molto incuriosita gli domanda il motivo per cui le ha fatto tutti questi regali, che le sono piaciuti tantissimo. E lui risponde: “Ma non ti ricordi? Oggi è il nostro anniversario”.
Ragazza: “Oggi? “Il nostro anniversario non è oggi”.
Uomo: “Sei sicura Valeria?”
Ragazza: “Valeria? Ma chi è Valeria?......”

 
50 Euro (Alejandro, Oscar e Manuel)
Un ragazzo vuole andare con i suoi amici a Valencia il weekend e per farlo ha bisogno di 50 €. Parla con suo padre e gli chiede i soldi.
Ragazzo: “Babbo, come stai?. Vorrei chiederti una cosa. Ho bisigno di 50 € per andare con i miei amici a Valencia. Me li puoi dare, per favore?”.
Padre: “50 €? Ma tu sei pazzo, con la crisi che c’è e per andare a Valencia. No, non ti darò nulla. Mi dispiace”.
Ragazzo: “Ma babbo, fa’ il bravo.Tutti i miei amici ci andranno…”.
Padre: “Ho detto di no”.
Ragazzo: “Babbo, adesso devo andare a scuola. Ne parliamo stasera. Pensaci, per favore”.
Il ragazzo se ne va senza nessuna speranza, poiché suo padre è stato molto chiaro: non gli darà i soldi. Quando torna a casa parla di nuovo con suo padre.
Ragazzo: “Babbo, ti ricordi quello che ti ho chiesto stamattina?”.
Padre: “Sì, vabbé ti do i soldi”.
Ragazzo: “Come? Cosa hai detto? Che me li dai? Ma come?”.
Padre: “Ringrazia tua madre, se fosse stato per me non te li avrei dati. Ma già sai chi indossa i pantaloni a casa”.
Ragazzo: “Babbo, grazie, grazie!!! Devo telefonare a Oscar”.
Oscar: “Pronto?”.
Ragazzo: “Oscar, ho i soldi. Posso venire con voi”.
Oscar: “Non ci posso credere, sono proprio contento per te. Ti passo a prendere subito...”.
 
L’attesa in ospedale (Yurema, Lola e Marisa)
Una ragazza è in ospedale per fare un controllo e dopo essere stata visitata dal medico, deve chiedere un nuovo appuntamento. Il posto in cui si chiede l’appuntamento è pienissimo di gente (come al solito) e deve prendere un numero. All’improvviso trova un numero sul pavimento e vede che deve aspettare soltanto qualche minuto. Non può credere alla fortuna che ha avuto e cerca di non essere vista dagli altri. I minuti passano lentamente, sa che quello che sta per fare non è corretto, ma non vuole aspettare. Sono stati tanti gli anni passati in sala di attesa, senza fortuna… ma oggi tutto è cambiato.
Quando arriva alla fine della fila e tocca a lei, però, tutti i computer si bloccano. Non ci poteva credere: cosa stava succedendo ?
Ragazza: “Scusi, cosa è successo? Tocca a me!”.
Segretaria: “Mi dispiace signora, il computer non funziona”.
Ragazza: “Ma come... è da molto che aspetto...”
Segretaria: “Mi dispiace, deve aspettare e forse prendere un’altro numero”.
Ragazza: “Un altro numero?...nooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”.

(L'incipit del post e la trascrizione delle storie sono di Gonzalo)

lunedì 20 maggio 2013

La canzone del lunedì


Iniziamo la settimana con "Beato me", di Dente (nome d'arte di Giuseppe Peveri), classe 1976.
Il brano è stato scritto nel 2009 per l'album "Il paese reale (19 artisti per un paese migliore?)" curato dagli Afterhours; la raccolta faceva parte di un progetto nato con lo scopo di promuovere artisti emergenti. "Beato me", scritta nel giro di due giorni, è stata definita dall'artista la sua "prima canzone non autobiografica". L'intento era quello di rimarcare certi "comportamenti degli uomini nei confronti delle donne" (http://www.ondarock.it/interviste/dente.htm); Dente lo fa con la consueta ironia che caratterizza i suoi testi.
 
 
Testo di "Beato me"

Comprati un mazzo di fiori che poi ti do i soldi
cerca di farti bella
più bella di quello che sei
muoviti fai presto che ti voglio vedere
non sbagliare via e porta qualcosa da bere
quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti
appena te ne vai olocausto di tutti i poeti

Beato me
un principe che non è né figlio della regina né figlio del re

dai l’acqua alla pianta dei sogni che intanto io accendo il camino
cammina vicino a me ma non starmi vicino
tutti i difetti che ho sono peggio di quello che pensi
domani mattina avrò pezzi di te in mezzo ai denti
non c’è pericolo
ho una fame senza fine
chissà se non mi hai sentito o non mi hai voluto sentire

Beato me
un principe che non è né figlio della regina né figlio del re

mercoledì 15 maggio 2013

La città di Roma vista da Juani

Nella presentazione di Juani potrete scoprire la leggenda sulla nascita della città di Roma e conoscere la storia di alcuni dei luoghi più significativi della capitale.
Buona lettura/visione!

martedì 14 maggio 2013

... e quella del martedì!

Su richiesta, ecco la canzone del martedì: "Per dimenticare" degli Zero Assoluto, un duo musicale pop italiano formato da Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci. Il brano, del loro terzo album "Una pioggia di parole", è stato utilizzato come colonna sonora del film "Scusa ma ti voglio sposare" di Federico Moccia (2010).
 
 
Testo di "Per dimenticare"
Allora quindi è vero,
è vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri,
se non vengo capirai
E se la scelta è questa
è giusta lo sai solo tu
È lui l’uomo perfetto che volevi
che non vuoi cambiare più.
Ti senti pronta a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
a fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrenti
e tutto questo
per amore.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te
E grazie per l’invito
ma proprio non ce la farò
ho proprio tanti, tanti, troppi impegni
credo forse partirò
se avessi più coraggio
quello che ti direi
che quell’uomo perfetto
che tu volevi tu non l’hai capito mai.
Io sarei pronto a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
e fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrenti
e tutto questo
per amore.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te.
Per dimenticare, per dimenticarmi, di te, di te, di te.

lunedì 13 maggio 2013

La canzone del lunedì

La canzone di questa settimana è "Scivola vai via", del cantautore italiano Vinicio Capossela. Il brano è contenuto nel suo album di esordio, "All'una e trentacinque circa", uscito nel 1990.
A chi volesse sapere qualcosa di più su questo straordinario artista consiglio di visitare il suo sito ufficiale: http://viniciocapossela.it/site/blog_it/).
 

Testo di "Scivola vai via"
Senza età
il vento soffia la
sua immagine
nel vetro
dietro il bar
gocce di pioggia
bufere d'amore
ogni cosa passa e lascia

Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me

Canzoni e poesie
pugnali e parole
i tuoi ricordi
sono vecchi ormai
e i sogni di notte
che chiedono amore
cadono al mattino
senza te
cammina da solo
urlando ai lampioni
non resta che cantare ancora

Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me

giovedì 9 maggio 2013

Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi

Oggi è l'anniversario della morte di Giuseppe Impastato, noto come "Peppino", ucciso 34 anni fa dalla mafia a Cinisi, cittadina siciliana. Il giovane aveva lanciato una sfida aperta alla mafia locale attraverso un'intensa attività politico-culturale, tra cui la fondazione di "Radio Aut".
Il suo assassinio fu forzatamente interpretato come un suicidio e passò inosservato, anche perché in quelle ore veniva ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
 
Per chi volesse saperne di più su Peppino Impastato: http://www.peppinoimpastato.com/index.asp
Nel 2000 esce "I cento passi", un film di Marco Tullio Giordana dedicato alla vita di Peppino Impastato e nel 2004 esce una canzone dei Modena City Ramblers ispirata a questo film, di cui trovate qui il video.
 
 
Testo di "I cento passi"
È nato nella terrra dei vespri e degli aranci
Tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di giustizia che lo portò a lottare

Aveva un cognome ingombrante e rispettato
Di certo in quell'ambiente da lui poco onorato
Si sa come si nasce ma non come si muore
E non se un ideale ti porterà dolore

Ma la tua vita adesso puoi cambiare
Solo se sei disposto a camminare
Gridando forte senza aver paura
Contando cento passi lungo la tua strada

E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi

Poteva come tanti scegliere e partire
Invece lui decise di restare
Gli amici, la politica, la lotta del partito
Alle elezioni si era candidato

Diceva da vicino li avrebbe controllati
Ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato
Il nome di suo padre nella notte non è servito
Gli amici disperati non l'hanno più trovato

E allora dimmi se sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani

E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi

Era una notte buia dello Stato italiano
Quella del 9 maggio '78
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro
L'alba dei funerali di uno stato

E allora dimmi se sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani

E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi

martedì 7 maggio 2013

"Il potere logora chi non ce l'ha"

Ieri è morto Giulio Andreotti, protagonista controverso della politica italiana.
È celebre la sua frase: "Il potere logora chi non ce l'ha".

Per chi volesse leggere un articolo sulla sua vita: http://www.ilgiornale.it/news/interni/morto-giulio-andreotti-914494.html; inoltre nel 2008 è uscito "Il divo" (2008), splendido film di Paolo Sorrentino in cui si affronta la questione del presunto patto tra Stato e mafia. Il lungometraggio è stato definito da Andreotti "una mascalzonata".
 
Qui Andreotti interpreta se stesso nel film "Il tassinaro" (1983), con Alberto Sordi.
 

lunedì 6 maggio 2013

La canzone del lunedì

Dopo il ponte, perché non riprendere la settimana con una canzone allegra e solare?
Roberto ci propone "Bella" di Jovanotti (Lorenzo Cherubini), uscita nel 1996 come singolo e presente negli album "Lorenzo 1997 - L'albero" e "Lorenzo live - Autobiografia di una festa".
Il video della canzone è stato girato a Buenos Aires, in Argentina.
Buona visione/ascolto!
 
 
Testo di "Bella"
E gira gira il mondo e gira il mondo e giro te
mi guardi e non rispondo perché risposta non c'è
nelle parole
bella come una mattina
d'acqua cristallina
come una finestra che mi illumina il cuscino
calda come il pane ombra sotto un pino
mentre t'allontani stai con me forever
lavoro tutto il giorno e tutto il giorno penso a te
e quando il pane sforno lo tengo caldo per te ...
Chiara come un ABC
come un lunedì
di vacanza dopo un anno di lavoro
bella forte come un fiore
dolce di dolore
bella come il vento che t'ha fatto bella amore
gioia primitiva di saperti viva vita piena giorni e ore batticuore
pura dolce mariposa
nuda come sposa
mentre t'allontani stai con me forever
bella come una mattina
d'acqua cristallina
come una finestra che mi illumina il cuscino
calda come il pane ombra sotto un pino
come un passaporto con la foto di un bambino
bella come un tondo
grande come il mondo
calda di scirocco e fresca come tramontana
tu come la fortuna tu così opportuna
mentre t'allontani stai con me forever
bella come un'armonia
come l'allegria
come la mia nonna in una foto da ragazza
come una poesia
o Madonna mia
come la realtà che incontra la mia fantasia.
Bella!
 

 

mercoledì 1 maggio 2013

1 maggio

L'articolo 1 della Costituzione italiana recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Ecco come commenta questo passo Roberto Benigni, secondo il quale quella italiana è "la più bella Costituzione del mondo".
Buon primo maggio a tutti/e!

martedì 30 aprile 2013

Su Pompei...

Durante la visita alla mostra "Pompeya. Catástrofe bajo el Vesubio" la guida ci ha consigliato il link della trasmissione italiana Superquark, dove il conduttore Piero Angela ricostruisce la storia di Pompei. Eccovi il link: https://www.youtube.com/watch?v=KbeDsp1yHbU.
Inoltre, eccovi la cronaca della visita alla mostra, corredata di informazioni storiche, gentilmente scritta per noi da Liliana!
(Nella "Galleria di foto" del blog, invece, trovate alcune foto-ricordo dei gruppi che sono andati alla mostra).
 
Mercoledì scorso siamo andati alla mostra "Pompeya", la cui visita era stata gentilmente organizzata da Marisa e Francesca; da parte mia, vorrei ringraziarle per il loro lavoro stupendo di organizzazione. Abbiamo passato una bella serata insieme, per fortuna, sempre parlando in italiano e ascoltando tutti zitti la guida,  una ragazza che parlava un italiano veramente buono.
La visita è durata un'ora circa, ma c'erano tante cose da vedere per cui sarebbe potuta durare anche di più. Tra poco vi racconterò un po' della storia di Pompei, che abbiamo ascoltato a bocca aperta.

Alla fine della visita Iraima e io siamo dovute andare a casa subito... ci è spiaciuto, avremmo preferito rimanere con voi, soprattutto dopo aver visto le foto delle birre che avete preso, inviateci da Marisa!

Per quanto riguarda la storia... preparatevi a leggerla con attenzione come se si trattasse di un libro.

C'era una volta la città di Pompei...
La storia ci racconta che Pompei fu una città della Antica Roma situata nella regione Campania, vicina a Ercolano, a Napoli e alla sua baia. Pompei fu sepolta dalla violenta eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 DC.

La moderna città di Pompei ha 25.751 abitanti (dati del 2007) e fa parte della provincia di Napoli.
I resti più antichi che si trovano in città sono del IX secolo a.c.
Intorno al 62 d.c. un terremoto ha gravemente danneggiato Pompei e altre città vicine. Secondo Tacito, Pompei "fu distrutta in gran parte da un terremoto." Durante il periodo tra quell'anno e la data in cui il Vesuvio eruttò la città fu ricostruita, anche se non si sa quanto tempo si impiegò a ricostruire la città e, in effetti, si ritiene che alcuni edifici potessero non essere stati del tutto  ricostruiti al tempo dell'eruzione.
L'eruzione fu il 24 agosto nel 79 d.c., com'è testimonia il racconto di Plinio il Giovane.
Ercolano fu riscoperta nel 1738 e Pompei nel 1748.
Degli scavi archeologici si interessò il re Carlo VII di Napoli, meglio noto come Carlos III di Spagna, tra il 1759 e il 1788. La guida ci ha raccontato che esistono due storie sul comportamento del re: la storia spagnola e quella italiana. La spagnola sostiene che Carlo VII non rubò nulla e lasciò intatto il patrimonio culturale di Pompei; la storia italiana narra che Carlo V portò via molti reperti, così come più tardi i tedeschi rubarono agli spagnoli, gli inglesi ai frances, insomma, tutti rubarono opere d'arte a tutti...
Durante gli scavi del 1860, l'archeologo italiano Giuseppe Fiorelli utilizzò la tecnica dei calchi (http://www.pompei.net/archeologia/i-calchi) riuscendo così a mantenere intatto l'ultimo momento della vita dei cittadini, che non poterono sfuggire all'eruzione. In alcuni di essi l'espressione di terrore è chiaramente visibile; altri stanno lottando per coprire la loro bocca o quella dei loro cari con sciarpe o abiti per non inalare i gas tossici; alcuni si aggrapano ai loro gioielli. Il numero attuale di vittime identificate è di circa duemila. Nell'anno dell'eruzione, si pensa che la popolazione di Pompei fosse di circa 15.000 persone. La città era situata in una zona dove abbondavano ville e aveva numerosi servizi: il macellum (il grande mercato alimentare), il pistrinum (il mulino), il thermopolia (una sorta di taverna che serviva bevande calde e fredde), le cauponae (piccoli ristoranti) ed un anfiteatro.
(Liliana)
(foto da internet)


giovedì 25 aprile 2013

25 aprile 1945

“Il primo carro si fermò; sopra c’era un ufficiale con un soldato.
Avrei voluto dirgli qualcosa di storico.
-Non siete mica tedeschi, eh?- dissi.
-Not really- disse l’ufficiale.
 –Benvenuti- dissi -La città è già nostra-…”
(dal romanzo I piccoli maestri, Luigi Meneghello, 1964)

In Italia oggi si festeggia la "Liberazione": il 25 aprile del 1945 i partigiani cacciarono da Milano i soldati nazisti, prima dell'arrivo dell'esercito americano, ormai prossimo ad entrare nella città (per maggiori informazioni: http://www.storiaxxisecolo.it/liberazione/)
La festa della "Liberazione" è considerata la festa della libertà dall'oppressione e dalla dittatura ed anche la data di nascita della nostra democrazia.
Ogni anno, in tutte le città italiane, il 25 aprile si festeggia con manifestazioni di piazza, discorsi e concerti.

Una delle canzoni simbolo di questo giorno è la popolare "Bella Ciao", nata nel XIX secolo in Emilia-Romagna e diventata l'inno della lotta partigiana contro i tedeschi, durante la Resistenza.
Ecco il brano e il testo (sotto):


Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Mi diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

lunedì 22 aprile 2013

La canzone del lunedì

Dato che in questi giorni stiamo la visitando la mostra su Pompei, restiamo in tema di vulcani e inziamo la settimana con "Sotto il vulcano", una canzone dei Litfiba, una rockband italiana nata negli anni '80. Dalla sua formazione ad oggi, il gruppo ha visto diversi cambiamenti sia per quanto riguarda lo stile musicale che la composizione del gruppo.
Chi volesse saperne di più su questa originale band può visitare il sito ufficiale: 
Il brano fa parte dell'album "Terremoto", uscito nel 1993, ed è stato scritto e cantato in ricordo del cantante dei "Nomadi" Augusto Daolio.
 
 
Testo di "Sotto il vulcano"
Siamo sassi e rotoliamo sulla pelle della Terra
Dammi un senso
dammi una direzione
un cavallo di luce
SOS Terra SOS uomo
Sono un vulcano e non mi ferma nessuno
Ehi
Sono un vulcano e non mi ferma nessuno
Oh no no
Cuore rosso
La mia terra ha un cuore che batte fin qui
Pompa sangue
Dall'ombelico della vita e della morte
Non sprecare sangue
E non buttare il mio
Che nasce dentro il vulcano
Dentro il vulcano
Mi dia una mano qualcuno
Ehi
Sotto il vulcano
Mi dia una mano qualcuno
Qualcuno qui
Il lavoro per una vita vuole un premio oltre il senso
Ma cadi cado cado cado dentro il vulcano
SOS Terra SOS uomo
Fantasma sotto il vulcano
Ma cadi cado cado cado dentro il vulcano
Ma cadi cado cado cado dentro il vulcano
Ma cadi cado cado cado dentro il vulcano
Sotto il vulcano
SOS terra SOS uomo
Vento spazza via
Terremoto cancellaci
SOS SOS SOS

mercoledì 17 aprile 2013

"Cesare deve morire" al Cineforum dell'Associazione degli alunni

Venerdì 19 aprile l'Associazione degli alunni proietterà "Cesare deve morire", film girato in stile docu-drama che racconta la messa in scena del “Giulio Cesare” di Shakespeare da parte dei prigionieri di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli.
Rebibbia è il più grande carcere di Roma, tanto grande da sembrare una piccola città.
All’interno del carcere di massima sicurezza, i detenuti fanno i provini e provano le scene fino alla rappresentazione finale del "Giulio Cesare".
I due fratelli registi hanno dichiarato (http://youtu.be/vTmKiuV_7TQ ) che uno dei motivi per cui hanno girato questo film è l'aver sentito la traduzione di Shakespeare in napoletano, in siciliano e in pugliese. Secondo loro, i dialetti ci fanno riscoprire un Shakespeare nuovo.
Sul “Corriere della sera” il film è stato definito "un magnifico affresco di infelicità umane che risalgono da Shakespeare alla camorra, che l’arte potrebbe curare quando gli uomini d’onore lo sono davvero”.


Vedremo il film il prossimo venerdì 19 aprile alle ore 18, nella nostra scuola.

(Francis)

Per chi volesse saperne di più, ecco l'intervista di Jaime a Paolo Taviani:
http://gara.naiz.info/paperezkoa/20121126/374567/es/El-arte-no-redime-pero-si-que-puede-llegar-liberar-individuo
 




lunedì 15 aprile 2013

La canzone del lunedì

Per iniziare la settimana Roberto ci consiglia la canzone "Arriverà", cantata dai Modà con la partecipazione di Emma. Il brano fu presentato al Festival di Sanremo 2011 e fa parte dell'album "Viva i romantici". Il videoclip è stato girato da Gaetano Morbioli al Teatro delle Vigne di Lodi e vede la partecipazione dell'attore Daniele Silvestrie e di Valentina Bellè.
Buon ascolto!
 
 
Testo di "Arriverà"
Piangerai come pioggia tu piangerai e te ne andrai
Come le foglie col vento d'autunno triste tu te ne andrai
certa che mai ti perdonerai

Ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà
E cambierai la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà il sapore del bacio più dolce e un abbraccio che ti scalderà

Arriverà una frase e una luna di quelle che poi ti sorprenderà
Arriverà la mia pelle a curar le tue voglie la magia delle stelle
Penserai che la vita è ingiusta e piangerai e ripenserai alla volta in cui non ti ho detto no

Non ti lascerò mai
poi di colpo di buio intorno a noi
ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà
E cambierai la tristezza dei pianti
in sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio che ti scalderà

Arriverà una frase e una luna di quelle che poi ti sorprenderà
Arriverà la mia pelle a curar le tue voglie
la magia delle stelle

La poesia della neve che cade e rumore non fa
La mia pelle a curar le tue voglie
La poesia della neve che cade e rumore non fa 

sabato 13 aprile 2013

"Vuoi parlare come un vero italiano?": ecco i vincitori!

Venerdì scorso abbiamo scoperto e scherzato con alcune parolacce italiane: ecco i video delle coppie vincitrici!

Nel primo video Noelia insiste nel portare il suo cane in ascensore e Daniel ne è infastidito. La discussione tra i due degenera... Ecco il link: Noelia-Daniel: primo premio

Nel secondo video Jaime e Lidia interpretano una coppia di conviventi in crisi... Ecco il link: Jaime - Lidia: secondo premio

(immagine da internet)

Non era facile confrontarsi su questo tema: siete stati tutti bravissimi!
Mi raccomando, attenzione all'uso che farete delle parolacce che avete imparato: devono servirvi per capire meglio quello che dicono gli italiani, non per mettervi nei guai :-)

lunedì 8 aprile 2013

La canzone del lunedì

Il 29 marzo se n'è andato un altro grande della musica italiana, Enzo Jannacci. Autore di quasi trenta album, oltre che cabarettista e attore, è stato uno dei pioneri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, col quale era legato da una grande amicizia oltre che dall'esperienza del duo "I due corsari".
Iniziamo la settimana ascoltando il brano "Ho visto un re", scritto da Dario Fo, interpretato da Jannacci nel 1968 e parte dell'album "Vengo anch'io. No, tu no". Tema della canzone, le differenze tra gli sfruttati e i privilegiati della società, espresse attraverso l'ironia di un gruppo di contadini che canta le storie di re, vescovi e imperatori.

Testo di "Ho visto un re"
Dai dai, conta su...ah be, sì be....
- Ho visto un re.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un re!
- Ah, beh; si`, beh.
- Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; si`, beh.
- è l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...
- Ohi che baloss!
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, beh; si`, beh.
- Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
- La mano di chi?
- La mano del sacrestano!
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- e` il cardinale che gli ha portato via
un'abbazia...
- Oh poer crist!
- ...di trentadue che lui ce ne ha.
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho visto un ric...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un ricco! Un sciur!
- S'...Ah, beh; si`, beh.
- Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go, ed ogni goccia andava...
- Deren't al vin?
- Si`, che tutto l'annacquava!
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, l'imperatore
l'han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ce ne ha.
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho vist un villan.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un contadino!
- Ah, beh; si`, beh.
- Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di kaki
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
- E po`, cus'e`?
- Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale...
- Pover purscel!
- Nel senso del maiale...
- Ah, beh; si`, beh.
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'e`, matt?
- No!
- Il fatto e` che noi villan...
Noi villan...
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!