Oggi è l'ultimo lunedì dell'ultima settimana di scuola... e Roberto ci propone di terminare con un classico della musica italiana: "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, brano che nel 1958 vinse il Festival di Sanremo e che divenne poi una delle canzoni più conosciute al mondo.
La trovate qui sia nella versione italiana che in quella spagnola, interpretata dai Gipsy Kings.
Testo di "Nel blu dipinto di blu"
Penso che un sogno così
non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani
e la faccia di blu,
poi d'improvviso venivo
dal vento rapito,
e incominciavo a volare
nel cielo infinito.
Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu dipinto di blu,
felice di stare lassù,
e volavo volavo
felice più in alto del sole
ed ancora più su,
mentre il mondo
pian piano spariva laggiù,
una musica dolce suonava
soltanto per me.
Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù.
Ma tutti i sogni
nell'alba svaniscon perché,
quando tramonta la luna
li porta con sé,
ma io continuo a sognare
negl'occhi tuoi belli,
che sono blu come un cielo
trapunto di stelle.
Volare oh oh
cantare oh oh oh,
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare quaggiù,
e continuo a volare felice
più in alto del sole
ed ancora più su,
mentre il mondo
pian piano scompare
negl'occhi tuoi blu,
la tua voce è una musica
dolce che suona per me.
Volare oh oh
cantare oh oh oh
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare qua giù,
nel blu degl'occhi tuoi blu,
felice di stare quaggiù
con te..
Qualche settimana fa, a lezione con Francesca, abbiamo visto un corto
intitolato "Sotto casa" (sopra), molto carino e ironico. Dopodiché abbiamo
dovuto lavorare a gruppi per inventare delle storie analoghe a quelle del
corto. Le storie dovevano essere esagerate, cioè situazioni quotidiane portate
fino all’assurdo.
Alla fine i 5 gruppi hanno creato queste storie divertenti:
Follia al ristorante (Gonzalo, Miguel e Mayte)
Due fidanzati sono in un ristorante carino, si tratta della solita cena tra
innamorati. Tutti e due mangiano un risotto ai frutti di mare e mentre lo
mangiano incrociano i loro sguardi. All’improvviso l’uomo comincia a singhiozzare
ed una lacrima gli cade. La sua fidanzata se ne accorge e gli domanda.
Lei: “Che c’è, va tutto bene?”
Lui: “Non ci posso credere!!! Ce l’ho fatta!!!!! Finalmante
l’ho trovato!!!!!!
Lei: “Ma, cosa ti succede?...cosa hai trovato?”
Lui si alza con la forchetta in mano e comincia a ridere e a gridare dalla
gioa. Nessuno capisce cosa gli stia succedendo, nemmeno la sua fidanzata. Alla
fine tutti vedono, inforchettato, il motivo per cui l’uomo è così felice:ha trovato un gambero nel suo risotto.
Si sentiva come un cavaliere templario che aveva appena trovato il Santo
Graal. Anche la sua fidanzata si è alzata e ha cominciato ad abbracciarlo e
baciarlo mentre il resto di clienti applaudivano e fischiavano. Tutto lo sforzo
fatto fino ad ora finalmente era stato ricompensato! Si sentivano realizzati,
dopo tutte le cene di sabato sera cercando un gambero nel risotto ai frutti di
mare (fatto che poi li costringeva a passare le domeniche seduti sul cesso). Non
avevano nemmeno bisogno di vederlo, sarebbe bastata anche solo una piccola traccia
del gambero per renderli felici. Ma loro ce l’avevano fatta… l’avevano trovato!
Dopo cena tutti e tre (gambero incluso),escono dal ristorante tra gli applausi della
gente. Per loro stava cominciando una nuova vita.
Un giorno al mare (Blanca, Patricia e David)
Agosto, sabato mattina a Benidorm. Una ragazza decide di andare in spiaggia
alla ricerca di un posto libero dove stendere il suo telo da mare. Dopo qualche
minuto di ricerca, finalmente, trova un posto libero accanto a una signora che
è sdraiata. La ragazza stende il suo telo e sfortunatamente un po’ di sabbia
cade sulla signora che si arrabbia e dice:
Signora: “Ma che fa? Faccia attenzione, mi ha messo tutta la sabbia addosso”.
Ragazza: “Scusi signora, non me ne sono accorta”.
Signora: “Inoltre, dove si vuole mettere? Qui non c’è abbastanza spazio per
tutte e due ed io ho bisogno d’aria”.
Ragazza: “Senta signora, la spiaggia è di tutti ed io la penso diversamente
da Lei .C’è abbastanza spazio per tutte e due”.
Tutte e due cominciano a litigare e non riescono a mettersi d’accordo. Alla
fine un poliziotto ci si avvicina e cerca di mettere un po’ di pace.
Poliziotto: “Signore, cosa succede?”.
Signora: “Questa ragazza è venuta e mi si è praticamante messa addosso. Io le
ho chiesto soltanto di cercare un altro posto”.
Ragazza: “Non è vero!! Mi ha risposto malissimo, senza nessuna educazione,
e mi ha detto che non vuole nessuno vicino”.
Poliziotto: “Ma signora, io penso che ci sia abbastanza spazio”.
Signora: “Non sono affatto d’accordo con Lei”.
Ragazza: “Lo vede, signor agente… così è impossibile”.
Dopo qualche minuto, grazie al poliziotto, tutte e due si calmano un po’,
soprattutto quando la signora vede che la ragazza ha con sé una rivista molto
conosciuta, che fa mettere d’accordo tutte le donne: “ Hola”.
Signora: “Scusi, ma ho visto che Lei ha “ Hola”.
Ragazza: “Certo che ce l'ho, mi piace molto”.
Signora: “Anche a me piace, la posso sfogliare?”
Ragazza: “Sì, come no”.
Signora: “Mi scusi, penso che sono stata un po’…”
Ragazza: “Non si preoccupi, sono cose che a volte capitano”.
Signora: “Le va di andare a bere qualcosa, mentre questo gentile poliziotto
sorveglia le nostre cose?”
Poliziotto: “Ma signore, io non posso rimanere qui mentre voi…”
Signora: “Grazie agente, molto gentile. Torniamo subito”.
Poliziotto: “Signore! Ma… io...”
Ragazza: “A dopo... gentilissimo eh!”.
Amore in ufficio (Rafael, Susana e Alejandra)
Un uomo mentre sta lavorando in ufficio pensa alla sua amata; le vuole fare
una sorpresa.
Uomo: “Come sono innamorato, non vedo l’ora di rivederla stasera. Come
potrei sorprenderla? Lo so! Una colazione potrebbe essere una bella idea!”.
L’uomo compone un numero di telefono.
Uomo: “Buongiorno, vorrei una colazione da portare via. Gliela possono
portare in ufficio alla mia fidanzata?”
Telecolazione: “Certo signore, non c’è problema. Mi dica l’indirizzo”.
Pochi minuti dopo, nell’ufficio della sua innamorata arriva il servizio di
telecolazione.
Telecolazione: “Buongiorno, questo è per Lei”.
Ragazza: “Per me?”.
Telecolazione: “Sì, per Lei”.
Ragazza: “Grazie tante”.
La ragazza si chiede perché il suo innamorato ha avuto questo bel pensiero
per lei. E dopo aver fatto colazione continua a lavorare. Ma per lui questo non
è abbastanza: decide di spedirle anche un mazzo di fiori va da Mario ( il suo
fioraio di confidenza). Mario porta i fiori all’ufficio della ragazza, che
molto sorpresa si domanda: “Oddio che belli che sono… ma perché tutti
questi regali oggi?”.
Alla fine della giornata tutti e due tornano a casa. Lei molto incuriosita
gli domanda il motivo per cui le ha fatto tutti questi regali, che le sono piaciuti
tantissimo. E lui risponde: “Ma non ti ricordi? Oggi è il nostro anniversario”.
Ragazza: “Oggi? “Il nostro anniversario non è oggi”.
Uomo: “Sei sicura Valeria?”
Ragazza: “Valeria? Ma chi è Valeria?......”
50 Euro (Alejandro, Oscar e Manuel)
Un ragazzo vuole andare con i suoi amici a Valencia il weekend e per farlo ha
bisogno di 50 €. Parla con suo padre e gli chiede i soldi.
Ragazzo: “Babbo, come stai?. Vorrei chiederti una cosa. Ho bisigno di 50 €
per andare con i miei amici a Valencia. Me li puoi dare, per favore?”.
Padre: “50 €? Ma tu sei pazzo, con la crisi che c’è e per andare a
Valencia. No, non ti darò nulla. Mi dispiace”.
Ragazzo: “Ma babbo, fa’ il bravo.Tutti i miei amici ci andranno…”.
Padre: “Ho detto di no”.
Ragazzo: “Babbo, adesso devo andare a scuola. Ne parliamo stasera. Pensaci,
per favore”.
Il ragazzo se ne va senza nessuna speranza, poiché suo padre è stato molto
chiaro: non gli darà i soldi. Quando torna a casa parla di nuovo con suo padre.
Ragazzo: “Babbo, ti ricordi quello che ti ho chiesto stamattina?”.
Padre: “Sì, vabbé ti do i soldi”.
Ragazzo: “Come? Cosa hai detto? Che me li dai? Ma come?”.
Padre: “Ringrazia tua madre, se fosse stato per me non te li avrei dati. Ma
già sai chi indossa i pantaloni a casa”.
Ragazzo: “Babbo, grazie, grazie!!! Devo telefonare a Oscar”.
Oscar: “Pronto?”.
Ragazzo: “Oscar, ho i soldi. Posso venire con voi”.
Oscar: “Non ci posso credere, sono proprio contento per te. Ti passo a
prendere subito...”.
L’attesa in ospedale (Yurema, Lola e Marisa)
Una ragazza è in ospedale per fare un controllo e dopo essere stata visitata
dal medico, deve chiedere un nuovo appuntamento. Il posto in cui si chiede l’appuntamento
è pienissimo di gente (come al solito) e deve prendere un numero.
All’improvviso trova un numero sul pavimento e vede che deve aspettare soltanto
qualche minuto. Non può credere alla fortuna che ha avuto e cerca di non essere
vista dagli altri. I minuti passano lentamente, sa che quello che sta per fare
non è corretto, ma non vuole aspettare. Sono stati tanti gli anni passati in
sala di attesa, senza fortuna… ma oggi tutto è cambiato.
Quando arriva alla fine della fila e tocca a lei, però, tutti i computer si
bloccano. Non ci poteva credere: cosa stava succedendo ?
Ragazza: “Scusi, cosa è successo? Tocca a me!”.
Segretaria: “Mi dispiace signora, il computer non funziona”.
Ragazza: “Ma come... è da molto che aspetto...”
Segretaria: “Mi dispiace, deve aspettare e forse prendere un’altro numero”.
Ragazza: “Un altro numero?...nooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”.
(L'incipit del post e la trascrizione delle storie sono di Gonzalo)
Iniziamo la settimana con "Beato me", di Dente (nome d'arte di Giuseppe Peveri), classe 1976.
Il brano è stato scritto nel 2009 per l'album "Il paese reale (19 artisti per un paese migliore?)" curato dagli Afterhours; la raccolta faceva parte di un progetto nato con lo scopo di promuovere artisti emergenti. "Beato me", scritta nel giro di due giorni, è stata definita dall'artista la sua "prima canzone non autobiografica". L'intento era quello di rimarcare certi "comportamenti degli uomini nei confronti delle donne" (http://www.ondarock.it/interviste/dente.htm); Dente lo fa con la consueta ironia che caratterizza i suoi testi.
Testo di "Beato me"
Comprati un mazzo di fiori che poi ti do i soldi
cerca di farti bella
più bella di quello che sei
muoviti fai presto che ti voglio vedere
non sbagliare via e porta qualcosa da bere
quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti
appena te ne vai olocausto di tutti i poeti
Beato me
un principe che non è né figlio della regina né figlio del re
dai l’acqua alla pianta dei sogni che intanto io accendo il camino
cammina vicino a me ma non starmi vicino
tutti i difetti che ho sono peggio di quello che pensi
domani mattina avrò pezzi di te in mezzo ai denti
non c’è pericolo
ho una fame senza fine
chissà se non mi hai sentito o non mi hai voluto sentire
Beato me
un principe che non è né figlio della regina né figlio del re
Nella presentazione di Juani potrete scoprire la leggenda sulla nascita della città di Roma e conoscere la storia di alcuni dei luoghi più significativi della capitale.
Buona lettura/visione!
Su richiesta, ecco la canzone del martedì: "Per dimenticare" degli Zero Assoluto, un duo musicale pop italiano formato da Thomas De Gasperi e Matteo Maffucci. Il brano, del loro terzo album "Una pioggia di parole", è stato utilizzato come colonna sonora del film "Scusa ma ti voglio sposare" di Federico Moccia (2010).
Testo di "Per dimenticare"
Allora quindi è vero,
è vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri,
se non vengo capirai
E se la scelta è questa
è giusta lo sai solo tu È lui l’uomo perfetto che volevi
che non vuoi cambiare più.
Ti senti pronta a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
a fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrenti
e tutto questo
per amore.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te
E grazie per l’invito
ma proprio non ce la farò
ho proprio tanti, tanti, troppi impegni
credo forse partirò
se avessi più coraggio
quello che ti direi
che quell’uomo perfetto
che tu volevi tu non l’hai capito mai.
Io sarei pronto a cambiare vita
a cambiare casa
a fare la spesa
e fare i conti a fine mese
a la casa al mare
ad avere un figlio, un cane.
Ed affrontare suocera, cognato
nipoti, parenti,
tombola a Natale,
mal di testa ricorrenti
e tutto questo
per amore.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi…di te, di te, di te.
Per dimenticare, per dimenticarmi, di te, di te, di te.
La canzone di questa settimana è "Scivola vai via", del cantautore italiano Vinicio Capossela. Il brano è contenuto nel suo album di esordio, "All'una e trentacinque circa", uscito nel 1990.
Testo di "Scivola vai via"
Senza età
il vento soffia la
sua immagine
nel vetro
dietro il bar
gocce di pioggia
bufere d'amore
ogni cosa passa e lascia
Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me
Canzoni e poesie
pugnali e parole
i tuoi ricordi
sono vecchi ormai
e i sogni di notte
che chiedono amore
cadono al mattino
senza te
cammina da solo
urlando ai lampioni
non resta che cantare ancora
Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola,
scivola vai via
via da me
Oggi è l'anniversario della morte di Giuseppe Impastato, noto come "Peppino", ucciso 34 anni fa dalla mafia a Cinisi, cittadina siciliana. Il giovane aveva lanciato una sfida aperta alla mafia locale attraverso un'intensa attività politico-culturale, tra cui la fondazione di "Radio Aut".
Il suo assassinio fu forzatamente interpretato come un suicidio e passò inosservato, anche perché in quelle ore veniva ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
Nel 2000 esce "I cento passi", un film di Marco Tullio Giordana dedicato alla vita di Peppino Impastato e nel 2004 esce una canzone dei Modena City Ramblers ispirata a questo film, di cui trovate qui il video.
Testo di "I cento passi"
È nato nella terrra dei vespri e degli aranci
Tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di giustizia che lo portò a lottare
Aveva un cognome ingombrante e rispettato
Di certo in quell'ambiente da lui poco onorato
Si sa come si nasce ma non come si muore
E non se un ideale ti porterà dolore
Ma la tua vita adesso puoi cambiare
Solo se sei disposto a camminare
Gridando forte senza aver paura
Contando cento passi lungo la tua strada
Poteva come tanti scegliere e partire
Invece lui decise di restare
Gli amici, la politica, la lotta del partito
Alle elezioni si era candidato
Diceva da vicino li avrebbe controllati
Ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato
Il nome di suo padre nella notte non è servito
Gli amici disperati non l'hanno più trovato
E allora dimmi se sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani