L'azione è
ambientata in una fabbrica tessile di Torino, a fine Ottocento, dove gli operai
hanno un'orario giornaliero di 14 ore. Dopo una serie di incidenti, i
lavoratori pensano che dovrebbero mobilitarsi per chiedere un miglioramento
delle loro condizioni, ma non sanno come farlo. L'arrivo d'un professore
socialista li guiderà per organizzare l'azione collettiva, ma la lotta sarà
lunga e la forza della convinzione non li accompagnerà sempre.
Importanza
Dopo il successo
internazionale de I soliti ignoti(1958)
(che abbiamo visto l’anno scorso a Scuola) e La grande guerra (1959), Mario Monicelli faceva con I Compagni il suo più ambizioso film.
Nei primi anni '60, in Italia c’era un grande dibattito sul modello
socio-politico che i cittadini volevano per la loro nazione. Molti
intellettuali sottolineavano la necessità di analizzare la storia recente
d’Italia per disegnare un migliore progetto di società futura. Alcuni dei
grandi registi della "commedia all’italiana”
hanno aderito a queste tesi e si servivano del'umorismo per scuotere le
coscienze degli spettatori. Con questo meraviglioso film, Monicelli tentava di
spiegare agli italiani “da dove veniamo per sapere meglio dove vogliamo
andare”.
Il regista: Mario Monicelli (1915-2010)
Mario
Monicelli, figura storica del cinema italiano, nasce il 15 maggio 1915. È
cresciuto nella Viareggio degli anni '30, respirando l'aria delle spiagge alla
moda, allora al centro di vivaci attività artistiche.
Abile narratore, estraneo
ad ogni fumoso intellettualismo registico, Monicelli ha uno stile efficace e
funzionale, i suoi film scorrono perfetti senza far percepire la presenza della
macchina da presa.
Alcuni titoli lo hanno
consegnato per sempre alla storia del cinema: "La grande guerra" del
1959, affresco comico e antiretorico insieme, sul primo conflitto mondiale;
"L'armata Brancaleone" del 1966, dove inventa uno spassoso medioevo
che ci parla dell'oggi in una inverosimile lingua maccheronica che ha fatto
epoca.
E ancora "La ragazza
con la pistola" (1968), "Amici miei", (1975), "Un borghese
piccolo piccolo" (1978), fino alle prove più recenti come "Speriamo
che sia femmina" (1985), il corrosivo "Parenti serpenti" (1992)
o l'irriverente "Cari fottutissimi amici" (1994).
(Jaime)
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